Il vino più antico del mondo è siciliano

Pubblicato il 27 settembre 2025 alle ore 18:09

Il respiro del tempo: il vino più antico del mondo nasce in Sicilia

Nel cuore roccioso della Sicilia, dove il vento porta con sé il profumo del mare e della macchia mediterranea, una scoperta straordinaria ha riscritto la storia del vino.

 di Vincenzo Piazzese

Una giara, un respiro di 6.000 anni

Siamo sul Monte Kronio, nei pressi di Sciacca, un luogo che da millenni custodisce silenziosamente i segreti della terra. È qui che l’archeologo Davide Tanasi, dell’Università della Florida Meridionale, ha guidato un’équipe internazionale in un viaggio nel tempo che ha portato alla luce il vino più antico mai rinvenuto in Europa.

Il 25 agosto 2017, all’interno di una grotta naturale in condizioni estreme di umidità e temperatura, è stata ritrovata una giara dell’Età del Rame, risalente al IV millennio a.C. Non si trattava di un semplice contenitore: le analisi chimiche hanno rivelato tracce di acido tartarico e sale di sodio, composti organici tipici della vinificazione. In altre parole, vino. Non un vino da degustare, ma un vino da ascoltare. Un vino che racconta di mani antiche, di fermentazioni spontanee, di rituali e scambi che precedono di millenni le rotte commerciali conosciute.

Sicilia, culla della viticoltura mediterranea

Fino a pochi anni fa, si pensava che la viticoltura fosse nata nel Caucaso o nell’Anatolia. Ma questa scoperta ribalta le carte: la Sicilia diventa il primo territorio dell’Occidente dove si è prodotto vino, ben prima dell’Età del Bronzo. Un dato che non solo valorizza il patrimonio enologico dell’isola, ma ne rafforza il ruolo di crocevia culturale e agricolo del Mediterraneo.

Archeologia e vino: un dialogo tra scienza e memoria

La ricerca, pubblicata su Microchemical Journal e rilanciata da numerose testate internazionali, è il frutto di una collaborazione tra l’Università di Catania, il CNR e la Soprintendenza ai Beni Culturali di Agrigento. Il lavoro di Tanasi e del suo team dimostra come il vino non sia solo una bevanda, ma un codice culturale che attraversa epoche e civiltà. Ogni traccia chimica è una parola di un racconto millenario, ogni giara un capitolo di una storia che ci riguarda da vicino.

Un invito alla riflessione

Per chi lavora nel mondo del vino questa scoperta è più di una curiosità archeologica. È un invito a riscoprire il vino come espressione profonda del territorio, come ponte tra passato e presente. Ogni bottiglia siciliana, ogni degustazione, ogni racconto di terroir può ora affondare le radici in una storia che ha 6.000 anni.


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